Patriarcato, fascismo, violenza di genere. È “Familia”, candidato all'Oscar per l'Italia

L’Italia candida Familia di Francesco Costabile all’Oscar per il miglior film internazionale. La decisione è stata presa oggi dalla commissione scelta dall’Anica, che ha selezionato il film in una rosa di 24 titoli italiani. La shortlist della Academy sarà resa nota il 16 dicembre, mentre le nomination “finali” arriveranno il 22 gennaio 2026. Familia, presentato nel 2024 nella sezione Orizzonti alla Mostra del cinema di Venezia, ha già ottenuto il premio Orizzonti per la migliore interpretazione maschile a Francesco Gheghi, il premio Nuovo Imaie per Tecla Insolia, il David e il Nastro d’argento per il miglior attore non protagonista a Francesco Di Leva e il premio Guglielmo Biraghi al giovane protagonista Francesco Gheghi.
I temi del filmIl film è tratto dall’autobiografia Non sarà sempre così di Luigi Celeste, che nel 2008 uccise il padre per difendere la madre dalle continue violenze e fu condannato a nove anni di reclusione per omicidio. Mette in scena una vicenda familiare segnata da violenza domestica, ma allarga il suo sguardo a fenomeni più vasti, che riguardano l’Italia di ieri e di oggi: patriarcato, radicalizzazione giovanile, e la pesante ombra del fascismo come retaggio culturale e politico.

Il protagonista ventenne, cresciuto in una casa straziata dalle aggressioni del padre Franco, subisce la fascinazione per un gruppo neofascista, in cui trova una risposta al suo desiderio di appartenenza e alla sua rabbia. Ma il fascismo è anche quello dei modelli patriarcali che continuano a segnare la società. Il fascismo viene mostrato come un virus che trova terreno fertile nelle fragilità personali.
La violenza di genereIl regista, Francesco Costabile, commenta così le ragioni che lo hanno spinto a realizzare il film: “La violenza di genere appartiene a tutte le società, è un tema purtroppo transculturale, universale e urgente da portare al pubblico in questo momento storico. La violenza di genere appartiene a tutte le classi sociali e posizioni geografiche. È importante parlarne, in un periodo in cui la violenza è sdoganata nelle guerre che conosciamo in tutto il mondo. Tanto più oggi, con la morte di Charlie Kirk, che era un rappresentante estremo dell’America cattolica fondamentalista in cui le donne sono vittime”.

In breve, la storia che il film racconta. Luigi ha circa vent’anni e vive con la madre e il fratello. Da quasi dieci anni non vedono il padre violento, che ha segnato l’infanzia dei ragazzi e la giovinezza della donna con episodi di prevaricazione e violenza domestica. Luigi cerca altrove un senso di appartenenza, fino a unirsi a un gruppo di estrema destra. Il padre, dopo molti anni, decide di tornare. Ma è una presenza distruttiva, che “avvelena tutto ciò che tocca”.

Stilisticamente, il film è asciutto, rigoroso, con primi piani che costringono lo spettatore a confrontarsi con il dolore dei personaggi. Fra i temi centrali del film, la violenza psicologica e fisica all’interno del nucleo familiare. Le dinamiche di oppressione e impotenza, con le vittime che diventano carnefici. Un’accusa contro la burocrazia: il film mette in luce la tendenza a ignorare le richieste di aiuto e le segnalazioni. La storia della famiglia Celeste diventa quindi un monito per intervenire al minimo segnale di disagio in famiglia. Barbara Ronchi, che interpreta la madre, ha posto l’accento sulla complessità morale dei personaggi: “Pensiamo che il mondo sia diviso tra buoni e cattivi, e che ci sia una separazione netta tra chi commette un crimine e chi no. La linea di separazione è invece molto sottile. I pensieri che animano chi arriva a un gesto violento sono pensieri che abbiamo tutti. La differenza la fa quanto noi ci facciamo definire da queste idee di distruzione”.
I film “battuti” da FamiliaNella selezione fra i 24 film italiani proposti dalle produzioni per diventare il candidato italiano all’Oscar, “Familia” ha avuto la meglio su titoli molto importanti. Fra i film che non sono stati scelti, “Berlinguer. La grande ambizione” di Andrea Segre, “Diamanti” di Ferzan Ozpetek, enorme successo di pubblico della stagione appena passata, “La Grazia” di Paolo Sorrentino, “Follemente” di Paolo Genovese. Ora inizia, per il film, la fase successiva. La pellicola entrerà nella longlist della Academy – sono più di novanta i film selezionati, ognuno da un paese del mondo – e aspetterà la selezione della shortlist. Ma la candidatura ufficiale italiana è già un segnale di riconoscimento internazionale, che può favorire visibilità e approdo in ulteriori circuiti festivalieri. “Da domani inizia un lungo viaggio”, dice Costabile. “Mi affiderò a chi ha creduto in questo film, in primis al produttore Nicola Giuliano, che ha già molta esperienza, avendo vinto un Oscar con ‘La grande bellezza’ di Sorrentino, nel 2014”. Il film è prodotto da Tramp Limited in associazione con Medusa film, O’ Groove e, appunto, Indigo film di Nicola Giuliano.
Luce